Il commercio triestino

Fare un giro in città, entrare in un bar e prendersi un caffè o acquistare un bene in un negozio. Un gesto normale, che però nel 2020 abbiamo imparato a non dare per scontato, sia dal punto di vista del cliente che del commerciante. Il Covid e tutto quello che ne consegue ci ha fatto vedere il piccolo commercio in un’ottica diversa: il cliente costretto ad ordinare a casa, a non toccare più con mano i prodotti che di solito trovava negli scaffali, a bere un caffè camminando per strada o a potersi muovere solo per l’acquisto di beni essenziali. Il commerciante costretto a chiudere le serrande, a vestire i panni del corriere e fare chilometri magari per consegnare un paio di calze, il ristoratore che trasforma il suo ristorante in un magazzino e a non sapere se e quanta merce acquistare. Il tutto ovviamente nel marasma delle normative che cambiano di continuo e con le tasse e le bollette sempre e comunque da pagare.