La consigliera socialpatica

La consigliera socialpatica

da ItaliaOggi del 10 gennaio 2019 – di Carlo Valentini – Quando si dice tutta d’un pezzo. Monica Canciani è consigliera comunale a Trieste della Lega, va matta per Matteo Salvini e lo posta sui social a tutto andare commentando: Capitano non mollare, Grazie Matteo, Tolleranza zero grazie a te, e così salviniando. L’ultima sua proposta è l’obbligatorietà del test antidroga nelle scuole: «L’emergenza è pressante: oramai si consuma e si spaccia droga anche nelle scuole medie». Non è mancata la sua solidarietà al vice-sindaco di Trieste, criticato bipartisan per avere buttato la coperta di un clochard nel cassonetto dei rifiuti ed essersene vantato su Facebook.

La consigliera non ha dubbi: Io sto con lui. E spiega: «Qui non si tratta di esprimere solidarietà ma di ringraziare un cittadino che ha fatto il suo dovere, ha semplicemente fatto rispettare un regolamento che vieta l’accattonaggio… Di tutti i falsi buonisti e parassiti vari me ne frego». Un quotidiano locale qualche giorno fa ha pubblicato alcuni pareri che i suoi sostenitori hanno espresso sotto un suo post dedicato all’intervento della polizia verso un assembramento di nomadi: «Una sventagliata di mitra così non se ne salva nessuno, viva Mussolini», «Sciolti tutti nell’acido o sono troppo buono?», «Un colpo in mezzo alle gambe e uno in mezzo agli occhi. Prima soffrono poi muoiono».

Per qualche giorno queste frasi sono rimaste in bella vista poi, dopo l’uscita del quotidiano, lei le ha cancellate. Ma non ha chiesto scusa. Ha solo detto che è troppo indaffarata sui social per controllare tutto. E ci crediamo perché qui si sfiora la socialpatia: «Ho un profilo seguito da oltre 10 mila persone, un gruppo su Trieste con oltre 6 mila membri e una pagina da oltre 20 mila.

Riguardo alla pagina, nell’ultimo mese, la copertura dei miei post raggiunge oltre il milione di persone e le interazioni (cioè la somma di commenti e condivisioni) sono quasi 250 mila. Mi pare evidente che non riesco a controllare e moderare tutto».